Data pubblicazione

Il 4 novembre 2020 Caritas Italiana ha preso parte in videoconferenza all’audizione della I Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni. Oliviero Forti, responsabile dell’Ufficio politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas Italiana è intervenuto nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 2727, di conversione del decreto – legge n. 130 del 2020, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare sottoponendo all’attenzione della commissione alcuni aspetti urgenti che meriterebbero un intervento in sede di conversione. Riportiamo di seguito le principali raccomandazioni di modifica esposte in audizione.

In primis, nella testo normativo si introducono due livelli di servizi di accoglienza, uno per i richiedenti protezione internazionale e l’altro per coloro che hanno ottenuto il riconoscimento di una delle forme di protezione, prevedendo per questi ultimi programmi volti all'integrazione sociale, quali la formazione professionale e gli interventi di sostegno all'accesso al mondo del lavoro. Il testo normativo non tiene conto che i richiedenti protezione sono costretti spesso ad attendere molto tempo, persino un anno o più, per vedersi esaminata la loro domanda perciò appare del tutto irragionevole escludere i richiedenti dalle misure di integrazione di secondo livello. Dunque è stata ribadita la raccomandazione già fatta attraverso il documento del Tavolo Asilo di modifica della norma prevedendo che, decorso un termine ragionevole (non più di sei mesi) i richiedenti protezione in attesa di esame della loro domanda in sede amministrativa o giurisdizionale, accedano ai servizi di accoglienza ed integrazione di secondo livello.

Nel percorso di riconoscimento della protezione speciale, poi, è previsto che questa possa essere concessa solo dalle Commissioni territoriali e non invece, come accadeva prima per il permesso per motivi umanitari, anche dal Questore che, attraverso una valutazione autonoma poteva procedere in tal senso. Per cui all’articolo 19 del TU immigrazione, che il decreto in oggetto ha modificato, è stato proposto di inserire anche il comma 1.3 che prevede che il permesso di soggiorno per protezione speciale sia altresì rilasciato dal questore secondo le modalità previste dal regolamento di attuazione.

Sul permesso per cure mediche introdotto dal Decreto Salvini (art.19, com. 2, lett. d) è stato richiesto di prevedere per il titolare l’inserimento della facoltà di svolgimento di attività lavorative che nel decreto in discussione è riconosciuto solo in favore del permesso per cure mediche preesistente (art.36 T.U Immigrazione)

Inoltre, partendo dall’esperienza di Caritas Italiana nell’ambito dell’apertura di corridoi umanitari, attraverso protocolli firmati con il Governo Italiano, si avanza la richiesta di prevedere delle procedure agevolate per i beneficiari di questi programmi sulla base di esperienze consolidate e verificate.

Infine rispetto alle procedure accelerate/di frontiera, che si caratterizzano per un esame più veloce, spesso con minori garanzie a favore del richiedente e su cui permangono perplessità, sono state richieste maggiori tutele e in particolare all’articolo 28 bis comma 2 lettera b) del dlgs 25/2008 è stato suggerito di aggiungere alla fine del periodo: “previa verifica dell’esistenza di strutture idonee alla salvaguardia delle attività previste dalla procedura”.

E’ possibile accedere al video dell’audizione su sicurezza e immigrazione dal seguente link:

https://webtv.camera.it/evento/17031